Pagelle Vuelta a España 2017: Froome guida l’invincibile armada, Contador cigno eroico, Nibali Squalo indomito – Italia splende anche con Trentin e Villella

Chris Froome (Sky), 10: Una Vuelta corsa da padrone per il britannico. Dopo aver conquistato la maglia di leader nella terza tappa, il Keniano Bianco tiene sempre sotto controllo la situazione, vincendo anche due tappe, in salita e a cronometro. Gli unici due passaggi a vuoto sono ad Antequera Los Dolmenes, problema meccanico e una doppia caduta, e sulla salita di Los Machucos, ma in entrambe le occasioni riesce a limitare i danni grazie anche ad una super squadra. Per il resto una Vuelta sempre davanti a tutti, andando finalmente a realizzare la doppietta Tour – Vuelta, primo nella storia in quest’ordine.

Alberto Contador (Trek – Segafredo), 9,5: La Vuelta 2017 sarà ricordata anche (e per alcuni soprattutto) come la Vuelta di Contador. Dopo la giornata no di Andorra, lo spagnolo vive una corsa all’attacco, provandoci con grande coraggio in ogni occasione. Non riesce a ribaltare la classifica generale, ma si toglie comunque una soddisfazione immensa vincendo sull’Angliru, nell’ultima tappa di montagna della sua carriera. L’unico rimpianto è per la tappa di Andorra, altrimenti Froome avrebbe avuto un rivale molto pericoloso. Forse la tattica nel complesso non è stata perfetta, ma quante emozioni che ci ha regalato… Ottimo lavoro al suo servizio della squadra quando attacca, in particolare di Jarlinson Pantano (7) e di Edward Theuns (6,5), sempre pronti a sostenere il capitano nelle sue spericolate azioni.

Matteo Trentin (QuickStep – Floors), 9,5: È il re delle volate in questa Vuelta. Il bottino finale parla di quattro vittorie con il bottino che poteva contare in realtà un successo in più visto che nella prima tappa in linea fa gioco di squadra insieme a Lampaert. La maglia verde gli sfugge per un soffio, con la Sky che sorprendentemente prova ad ostacolarlo fino alla volata conclusiva, ma con una forma come questa…

Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), 8,5: Il siciliano lotta fino a quando ne ha e anche oltre. Vince una tappa e sin dall’inizio si fa notare. Aspetta le giornate migliori per lui stringendo i denti alle sfuriate degli avversari, per poi giocare d’attacco nelle grandi montagne, correndo anche un’ottima crono. Fino alla fine tiene il fiato sul collo di Froome, cercando di approfittare di ogni occasione. Nelle ultime giornate non sembra pimpantissimo, ma vuole comunque provarci quando possibile. Una caduta gli toglie la possibilità di giocarsela fino in fondo, fino alla fine, costringendolo ad un secondo posto che gli sta stretto.

Wout Poels (Sky), 8: È l’ultimo uomo al servizio di Froome in salita ed il neerlandese risponde presente in tutte le occasioni, chiudendo la corsa in grandissima crescita. Nonostante debba lavorare per il suo capitano riesce a far bene in classifica generale, chiudendo poi la corsa in sesta posizione con una prestazione eccezionale sull’Angliru.

Tomasz Marczynski (Lotto Soudal), 8: Due successi di tappa al termine di due fughe condotte con intelligenza e coraggio. Non pago, ci prova ancora, fino all’ultima tappa disponibile, ultimo ad arrendersi alla furia di Contador.

Ilnur Zakarin (Katusha – Alpecin), 8: Come avvenuto già al Giro, il russo carbura con il passare delle tappe. Nella prima settimana non si vede infatti quasi mai, ma alla distanza emergono le sue qualità quando la strada sale. Alla fine arriva uno splendido podio, lottato con le unghie ed i denti fino alla vetta dell’Angliru.

Wilco Kelderman (Team Sunweb), 7,5: Il neerlandese sembrava uno dei tanti talenti che si erano persi in questi anni. Dopo gli ottimi risultati fra gli Under23 e ai suoi esordi, non era infatti riuscito a confermarsi fra i professionisti, ma in questa Vuelta si è rilanciato nel migliore dei modi. Con il suo rendimento, dopo il ritiro forzato di Barguil dimostra che la squadra aveva fatto bene a credere in lui, sfiorando il podio. Terzo gradino sul podio che perde nell’ultima tappa, chiudendo alla fine in quarta posizione, ma questo non cambia il giudizio complessivo sulla sua prova.

Miguel Angel Lopez (Astana), 7,5: Dopo una prima settimana in sordina, il colombiano è il grande protagonista della seconda settimana di corsa con due successi di tappa ed ottime prestazioni. Nel finale di corsa la condizione si mostra calante, iniziando a soffrire dalla cronometro  fino al calo netto sull’Angliru, ma pensando alla tanta sfortuna che il corridore della Astana ha avuto in questo ultimo anno l’ottavo posto finale è sicuramente positivo.

Davide Villella (Cannondale – Drapac), 7,5: Quando una fuga ti cambia la Vuelta. È questo quello che è successo al bergamasco che dopo l’azione da lontano nella terza tappa si trova al comando della classifica dei GPM. A quel punto la maglia di miglior scalatore diventa un obiettivo del corridore della Cannondale – Drapac, che, con una gestione tattica perfetta, riesce a conquistare questa speciale classifica e salire così sul podio finale di Madrid.

Franco Pellizotti (Bahrain-Merida), 7,5: Splendido lavoro sull’Angliru, ma in generale è tra i gregari più preziosi in salita, tra coloro che fanno la differenza quando la strada sale, scremando il gruppo in maniera decisiva. A 39 anni, come lui non se ne trovano molti, offrendo anche grande supporto mentale al proprio capitano.

Julian Alaphilippe (QuickStep – Floors), 7: Dopo una stagione difficile, viene alla Vuelta con l’obiettivo di vincere una tappa e riesce nella sua impresa nella settima frazione. Prova a mettersi poi in mostra con altre azioni da lontano, senza però riuscire a centrare il bis. Da sottolineare anche il suo lavoro per pilotare nel migliore dei modi Trentin nelle volate.

Thomas De Gendt (Lotto Soudal), 7: Il belga entra nella ristretta cerchia dei corridor che hanno vinto in tutti i GT coronando un’azione da lontano, ormai la sua specialità. Ancora una volta è un elemento prezioso della sua squadra, alla cui causa contribuisce con grande dedizione, non solo attaccando.

Sander Armée (Lotto Soudal), 7: Una carriera da onesto gregario coronata da un successo costruito con grande determinazione. Una giornata in cui tutto è andato alla perfezione per il belga, che ha regalato un successo insperato alla squadra, battendo corridori ben più quotati.

Adam Hansen (Lotto Soudal), 7: Non lo si vede moltissimo, accusando la fatica di una ennesima stagione decisamente lunga ed estenuante. Il suo straordinario record va avanti, giungendo a quota 19. Un risultato quasi insperato visto che non doveva esserci.

Gianni Moscon (Sky), 7: Il trentino era all’esordio in un Grande Giro, ma ha risposto nel migliore dei modi. Quando tira lui, il gruppo si frantuma con pochi corridori che riescono a seguirlo. Nella tredicesima frazione, dopo aver lavorato per Froome, ha l’occasione per cercare il risultato personale, piazzandosi al secondo posto. L’unica nota amara della sua Vuelta è forse la cronometro individuale, nella quale si piazza al penultimo posto, non facendola a tutta per poter supportare il proprio capitano nelle tappe successive.

Stefan Denifl (Aqua Blue Sport), 7: Non si vede praticamente mai, ma torna a casa con uno splendido successo su un traguardo importante come quello di Los Machucos. L’austriaco aveva messo nel mirino infatti proprio quella tappa ed il risultato finale gli dà ragione.

Alexey Lutsenko (Astana), 7: Quando in giornata è un corridore molto difficile da battere. Il successo di Alcossebre è la conferma, ripensando soprattutto al modo in cui ha resistito alla rimonta di Kudus in una salita che favoriva sicuramente il corridore africano. A Santo Toribio de Liebana sfiora il bis, ma quel giorno trova qualcuno più forte di lui sulla sua strada.

Matej Mohoric (UAE Team Emirates), 7: Una prima settimana da incorniciare per l’ex Campione del Mondo fra gli Under23. Correndo all’attacco sfiora il successo ad Alcossebre, trovando la sua personale vendetta due tappe dopo con la splendida vittoria di Cuenca. Continua a correre all’attacco nelle due settimane successive di Vuelta, pur non riuscendo a confermarsi  e dovendo spesso lavorare per altri compagni di squadra in fuga.

Michael Woods (Cannondale – Drapac), 7: Buona Vuelta per il canadese. Prova a lottare con i migliori in salita e alla fine riesce a portare a casa un più che discreto settimo posto finale. Per lui si trattava del primo test in classifica generale in  un Grande Giro e i risultati sono decisamente incoraggianti in vista del futuro. Arrivato tardi a questi livelli, potrebbe avere ancora margini di crescita malgrado l’età avanzata.

Rafal Majka (Bora – Hansgrohe), 6,5: Il polacco si presenta al via della Vuelta con una condizione non ottimale, uscendo di classifica già al primo arrivo in salita per un problema intestinale. Nei giorni successivi continua a soffrire, ma comincia a riprendersi fino a centrare una splendida vittoria con una fuga da lontano sulla Sierra de La Pandera. Da rivedere in parte la tattica dell’ultima settimana, nella quale preferisce provare a centrare il bis lottando con gli uomini di classifica invece di provare ad inserirsi in qualche altra fuga.

David De La Cruz (QuickStep – Floors), 6,5: L’anno scorso lo spagnolo era stato uno dei talenti emersi dalla Vuelta. Quest’anno brilla forse meno rispetto a dodici mesi fa, ma lotta con coraggio per un piazzamento nella Top10 fino alla fine. Con grande piglio mostrato nel finale di corsa, anche nella penultima tappa prova ad anticipare tutti sulla discesa dopo il GPM del Cordal, ma si prende troppi rischi finendo a terra per poi ritirarsi.

Soren Kragh Andersen (Sunweb), 6,5: Due podi di tappa e tanta grinta per il giovane corridore danese che cerca in tutti i modi di fare risultato. In volata come in fuga, si fa vedere.

Antonio Nibali (Bahrain-Merida), 6,5: Dimostra di non esser fra i professionisti solo perché fratello di Vincenzo. Lavora spesso per il fratello, portandosi in testa al gruppo quando la strada sale, anche quando la corsa è già iniziata.

Yves Lampaert (QuickStep – Floors), 6,5: Arriva alla Vuelta per aiutare Trentin nelle volate. A Gruissan però sfrutta il gioco di squadra, andando a vincere la tappa e conquistando la maglia rossa. Da quel momentosi mette al servizio dei compagni di squadra, supportando nel migliore dei modi il suo leader.

Marc Soler (Movistar), 6,5: Il giovane talento spagnolo debutta in un Grande Giro correndo all’attacco. Arrivato senza ambizioni di classifica, prova ad andare spesso in fuga. Alla fine il successo di tappa non arriva, ma il bilancio può esser comunque positivo visto che mette in mostra ottime qualità, insieme ad una discreta personalità, quando la strada sale.

Omar Fraile (Dimension Data), 6: In molti si aspettavano lo spagnolo all’attacco. Dopo una prima settimana anonima, il basco inizia a mandare dei buoni segnali, come testimonia il secondo posto di Antequera Los Dólmenes. Purtroppo per lui il giorno dopo è costretto al ritiro per problemi intestinali, non potendo lottare per centrare il tris nella classifica dei GPM.

Enric Mas (QuickStep – Floors), 6: All’esordio in un Grande Giro il giovane talento spagnolo mette in mostra le sue qualità. Spesso all’attacco, dimostra di poter esser un uomo molto pericoloso in futuro quando la strada sale. I paragoni con altri campioni spagnoli sono già iniziati ed ora c’è curiosità per vedere come potrà crescere.

Salvatore Puccio (Sky), 6: Tanto lavoro per il corridore italiano. Soprattutto nelle prime due settimane si mette in mostra al servizio di Froome, lavorando molto anche in salita.

Steven Kruijswijk (Lotto NL – Jumbo), 6: Dopo una prima settimana negativa, il neerlandese cresce alla distanza. Complice una condizione in crescendo ed il crollo di alcuni dei suoi avversari riesce a chiudere la classifica generale in nona posizione. Sicuramente è un lontano parente di quello ammirato al Giro 2016, ma per lui  arrivano risposte incoraggianti dopo quindici mesi molto difficili.

Luis Angel Maté (Cofidis), 6: Prova spesso ad andare all’attacco, anche in tappe non adattissime alle sue caratteristiche. Il risultato alla fine non arriva, ma non si può dire che lo spagnolo non ci abbia provato.

Jetse Bol (Manzana Postobon), 6: Si comporta molto bene nella prima settimana ottenendo alcuni piazzamenti in volata e sfiorando la maglia rossa dopo una fuga da lontano. Cala con il passare delle tappe, ma assieme ai suoi compagni onora al meglio delle proprie possibilità la WildCard ottenuta, lottando con coraggio e determinazione sino alla fine.

Romain Bardet (AG2R La Mondiale), 5,5: Il francese voleva testarsi per la prima volta partecipando sia al Tour che alla Vuelta. Il risultato non è quello sperato, con lo scalatore della AG2R La Mondiale che esce quasi subito di classifica. Prova allora qualche fuga da lontano, ma alla fine gli manca sempre qualcosa, dovendosi accontentare di piazzamenti nei primi 10.

Tejay Van Garderen (BMC), 5,5: Nelle prime cinque tappe si comporta molto bene, rimanendo nelle posizioni alte della classifica. Anche nella sesta frazione si trova nel gruppo dei migliori, prima che una caduta lo costringa a perdere terreno e cambi la sua Vuelta. Da quel giorno l’americano non si vede praticamente mai, lottando nelle posizioni di rincalzo. Grazie anche ai crolli di alcuni avversari, a Madrid chiude nei dieci che sa davvero di poco.

Alessandro De Marchi (BMC), 5,5: Corre come suo solito all’attacco, riuscendo spesso ad entrare nella fuga giusta di giornata. Soprattutto nelle prime due settimane però non sembra esser mai al top, non riuscendo a brillare.

Adam Blythe (Aqua Blue Sport); 5,5: Si comporta bene nella seconda tappa, piazzandosi sul podio di tappa. La squadra ripaga il suo risultato, lavorando per lui il giorno successivo, ma il risultato non è quello sperato. Nelle volate successive non si vede mai.

Alberto Rui Costa (UAE Team Emirates), 5: Il coraggio sicuramente non gli manca, con tanti tentativi di fuga. L’impressione però è che la condizione non sia mai quella ottimale e alla fine non arriva il successo tanto cercato.

George Bennett (Lotto NL – Jumbo), 5: L’anno scorso si era messo in mostra alla Vuelta centrando una storica Top10. Quest’anno però il rendimento non è stato quello sperato con il neozelandese che è uscito subito di classifica. Complice una condizione non ottimale dopo il ritiro dal Tour, in seguito ad alcuni problemi fisici si ritira dopo 11 tappe nelle quali non si è praticamente mai visto.

Esteban Chaves (ORICA – Scott), 5: Nella prima settimana di corsa sembra esser finalmente tornato il Chaves del 2015. Nella seconda settimana, complice una stagione molto travagliata, inizia il calo che si trasforma in un vero e proprio crollo nell’ultima settimana. Chiude la corsa fuori dalla Top10, per un’annata da dimenticare.

Rohan Dennis (BMC), 5: L’australiano era venuto a questa Vuelta senza ambizioni di classifica, ma uno come lui può dare molto di più. Non si vede praticamente mai, se non scorrendo tutto l’ordine d’arrivo. Si ritira subito prima della cronometro, nella quale poteva far molto bene, senza la possibilità di salvare una Vuelta difficile.

Bob Jungels (QuickStep – Floors), 5: Dal lussemburghese ci si poteva aspettare qualcosa in più alla vigilia. Uscito subito di classifica, si fa vedere in alcune occasioni con delle fughe da lontano, ma soprattutto si mette in mostra nel treno per Trentin. Il bilancio finale però rimane negativo, pensando alle aspettative.

Daniel Moreno (Movistar), 5: Sfortunato a cadere nella tappa di Tarragona perdendo terreno in classifica generale. A quel punto ci si aspetta uno spagnolo all’attacco per cercare una vittoria di tappa. Il risultato però non è quello sperato con il corridore della Movistar che non si vede praticamente mai.

Nicolas Roche (BMC), 5: Vuelta dai due volti per il corridore irlandese. In alcune tappe, soprattutto nella prima settimana, sembra esser in grado di lottare con i migliori della classifica generale. Con il passare delle frazioni iniziano tuttavia anche diversi passaggi a vuoto, finendo per uscire dalla lotta per un piazzamento nei primi 10. Prova allora a mettersi in mostra con qualche fuga, ma i risultati non sono quelli sperati.

Fabio Aru (Astana), 5: Vuelta da dimenticare per il sardo. Dopo una prima settimana positiva, il Campione italiano cala vistosamente nella seconda settimana, proprio quando il compagno di squadra Miguel Angel Lopez invece cresce. Con orgoglio prova a farsi vedere, ma anche nelle ultime frazioni non riesce a lasciare il segno, finendo alla fine fuori dalla Top10 in seguito al crollo nella penultima frazione. Ha dovuto reinventare la sua stagione a causa di un infortunio, e si vede.

Sacha Modolo (UAE Team Emirates), 5: Una Vuelta anonima per il velocista della UAE Team Emirates. Due piazzamenti nella Top10 non possono decisamente bastare ad uno come lui. È vero che le tappe adatte a lui erano poche, ma un quinto ed un sesto posto, pensando soprattutto alla concorrenza, non è abbastanza.

Juan José Lobato (LottoNL-Jumbo), 5: Troppo poco il bilancio finale. Un solo piazzamento nei 10, con il successo sfiorato a Tarragona, non basta. Spesso dà l’impressione di mancare proprio nel finale e buttare al vento delle potenziali occasioni d’oro.

Magnus Cort Nielsen (Orica-Scott), 4,5: Lo scorso anno vinse due tappe, quest’anno entra una sola volta nei dieci. Ci mette tanta determinazione e voglia, ma da uno come lui non basta. Eppure il percorso tutto sommato era adatto ad un corridore rapido e resistente come lui.

Igor Anton (Dimension Data), 4,5: Il basco è un lontano parente ormai di quello ammirato qualche anno fa. Non riesce mai a lottare con i migliori della classifica e anche quando prova con delle fughe da lontano il risultato non è quello sperato.

Louis Meintjes (UAE Team Emirates), 4,5: Il sudafricano paga le fatiche del Tour de France. Nella prima parte di Vuelta dimostra di non avere il passo dei migliori, perdendo terreno anche per via della sua scelta tattica di correre sempre in coda al gruppo. Con il passare delle tappe sembra poter migliorare, ma la forma poi cala e di conseguenza anche le prestazioni.

Simon Yates (ORICA – Scott), 4.5: Vuelta abbastanza anonima per il giovane talento britannico. Arrivato come terza punta della ORICA – Scott, non riesce mai a lasciare il segno, che sia con una fuga da lontano o nel supportare i compagni di squadra.

Adam Yates (ORICA – Scott), 4: Il britannico era sulla carta l’alternativa a Chaves in ottica classifica generale. Invece, fin dal via della Vuelta perde diverso terreno, uscendo fuori classifica. Prova allora a mettersi in mostra con delle fughe da lontano, ma i risultati non sono quelli sperati. Stesso discorso quando deve supportare Chaves in salita, staccandosi senza poter dare un gran supporto.

Alexandre Geniez e Niko Denz (Ag2r La Mondiale), 2: Hanno la sfortuna di farsi riprendere dalle telecamere, finendo per essere cacciati dalla squadra in una operazione per salvarsi la faccia che non funziona. Il gesto sicuramente non era dei migliori, nettamente non regolamentare, e andava punito. Giusto così, ma sono stati esageratamente additati e puniti in questo senso.

Warren Barguil (Team Sunweb), 1: La scelta della squadra di escluderlo dalla corsa può sembrare severa, ma è giusta. Il francese era arrivato alla Vuelta con il ruolo di supportare Kelderman, ma quando l’olandese ha avuto un problema non ha rispettato le regole di squadra, non fermandosi per aiutare il capitano.

Samuel Sanchez (BMC), 0: La sua Vuelta si conclude ancora prima di iniziare. L’asturiano viene trovato positivo ad un controllo antidoping e rischia quindi di porre la parola fine sulla carriera. Se confermato, il risultato dalle controanalisi sarebbe un brutto segnale visto che non si tratta di un giovane emergente, ma di un corridore con tanti anni di esperienza fra i professionisti. Una carriera che rischia di macchiarsi in maniera indelebile…

Carlos Betancur (Movistar), s.v.: Con una Movistar sperimentale, il colombiano si ritrova capitano in ottica classifica generale. I risultati iniziali sembrano esser incoraggianti, ma la caduta nella sesta tappa lo costringe a perdere terreno e soprattutto al ritiro il giorno dopo.

John Degenkolb (Trek – Segafredo), s.v.: Arrivato alla Vuelta per prepararsi al finale di stagione, il corridore tedesco è stato invece limitato da alcuni problemi di salute fin dal via. Con la situazione che non migliora, preferisci ritirarsi dopo cinque tappe per non compromettere gli appuntamenti di fine anno.

Ruben Fernandez (Movistar), s.v.: Dopo i buoni segnali della scorsa stagione, lo spagnolo era chiamato al definitivo salto di qualità quest’anno. La sua Vuelta però è diventata un vero e proprio calvario per via di un problema al piede che lo ha condizionato fin dalla partenza di Nimes impedendogli di rendere al massimo.

Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), s.v.: La sua Vuelta inizia con il piede giusto, tanto da far sperare in un buon piazzamento finale in classifica generale. Una caduta però lo fa uscire di classifica e lo condiziona per i giorni successivi, fino al ritiro per via del meteo nella undicesima tappa.

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